Riguccini è pronto

Il campione del Mondo dei Super Leggeri, secondo la WBA è l’americano Russel, ma Riguccini. da Sansepolcro, è balzato agli onori di poter in futuro, a seguito del suo successo in Albania, a Tirana, il 31° e il 27° per Ko, di poterlo sfidare. Questa la classifica della W.B.A. per i Super Leggeri.

GARY ANTUANNE RUSSELL
USA
CAMPIONE DEL MONDO WBA
ALESSANDRO RIGUCCINI
ITA
CAMPIONE AD INTERIM WBA
1ANDY HIRAOKAGiappone
2RUBEN NESTOR NERI MUNOZArgentina
3ALBERTO PUELLORepubblica Dominicana
4KENNETH SIMS JRU.S.A.
5OSCAR DUARTE JURADOU.S.A.
6SANDOR MARTINSpagna
7CLETUS SELDINU.S.A.
8HOVHANNES BACHKOVArmenia
9ADAM AZIMGran Bretagna
10JAMAINE ORTIZU.S.A.

Per le altre categorie questi sono i Campioni del Mondo;
WBC SUBRIEL MATIAS   
IBF RICHARDSON HITCHINS   
WBO TEOFIMO LOPEZ 
 

Il Primo Campione del Mondo nella boxe

Un campione mondiale ad interim dei super Leggeri a Palazzo delle Laudi. Il sindaco Fabrizio Innocenti ha ricevuto Alessandro Riguccini. Il cordiale incontro è avvenuto all’indomani dell’ennesimo trionfo di Riguccini sulla scena pugilistica mondiale. Nei giorni scorsi infatti il boxeur, nel passato già campione mondiale di kickboxing, ha conquistato il titolo “ad interim” dei pesi superleggeri nella riunione Wba sul ring di Tirana, mettendo ko dopo due riprese il suo avversario, il quotato ed imbattuto venezuelano Jesus Correa.
“E’ con gioia e soddisfazione che ho accolto Alessandro, reduce dall’ennesima vittoria sul ring, ulteriore anello, ha commentato il sindaco Innocenti, di una carriera sempre più prestigiosa. L’ho seguito in passato e continuo a farlo perché è un ragazzo a posto e soprattutto rappresenta motivo di orgoglio per la nostra intera comunità, portando Sansepolcro nel cuore in tutte le località dove si è esibito nel corso della sua luminosa carriera. Gli dedicheremo anche ulteriori iniziative e intanto formulo a Riguccini le più fervide congratulazioni per questa sua ultima impresa”.

Vince Riguccini, ancora un KO

E’ arrivato per Riguccini il 31 successo e zero sconfitte. Ieri nella tarda serata, in Albania, a Tirana, il super leggero di Sansepolcro ha ottenuto a spese dell’imbattuto venezuelano Correa (18 vittorie, 0 sconfitte sino a ieri) l’ennesimo successo. Ancora una vittoria prima del limite per Alessandro Riguccini. Durante la riunione del programma Wba “KO alla droga”, Riguccini ha conquistato il titolo Mondiale ‘Ad Interim’ dei pesi superleggeri battendo il venezuelano Jesus Correa per KO alla seconda ripresa. Un successo che probabilmente darà a Riguccini la possibilità di battersi per il titolo mondiale con l’attuale campione Wba, l’americano Gary Antuanne Russell.

Riguccini in Albania per il Mondiale ad Interim

Riguccini in Albania. Domani sera, venerdì 11 luglio, sul ring posto nell’anfiteatro di Tirana in Albania, Alessandro Riguccini (30 vittorie di cui 26 per KO e 0 sconfitte) disputerà l’incontro più importante della sua carriera. Il pugile biturgense combatterà infatti per il mondiale “ad interim” WBA nei Super Leggeri. Ad Interim vuol dire che il vincitore della sfida albanese avrà ottime possibilità di combattere contro il campione del mondo, il 29enne americano Gary Antuanne Russel, che la corona l’ha conquistata a inizio marzo 2025 strappandola al messicano Josè Valenzuela. Lo sfidante di Riguccini sarà il venezuelano Jesus Correa (18 vittorie di cui 18 per ko e 0 sconfitte), n. 8 della classifica mondiale. La WBA, una delle sigle del pugilato, ha assegnato a Riguccini la posizione n. 7 del ranking. Inutile dire che per Riguccini è questa la grande occasione per dimostrare anche in Italia quello che vale dato è più conosciuto in Messico che nella sua Patria.
Ci si attende una sfida “emozionante” visto che entrambi si presentano con rilevanti percentuali di successi prima del limite: Riguccini 86,67 %, Correa 100 % e poi sono di fronte il numero 7 e il numero 8 della WBA. Riguccini, che ha svolto gran parte della sua attività proprio in Messico, l’ultimo incontro lo ha effettuato a novembre 2024, quando a Maracaibo (Venezuela) sconfisse in una ripresa Patricio López.
Riguccini ha 37 anni, mentre il suo avversario ne ha 31 e l’ultima sfida vinta contro il connazionale Basanta è del 31 maggio scorso
Per il “Rognoso”, visti i problemi che crea agli avversari, ex campione del mondo di kickboxing con residenza a Cuba passato poi, nel 2012, al pugilato, con lunghi periodi trascorsi a vivere e allenarsi in Messico è l’occasione che aspettava dopo essere stato Campione del Mondo Silver nei pesi Welter.

Nino Benvenuti ci ha lasciato

Ero più giovane (ancora fumavo), ma anche lui al Ristorante da “Ventura” lo era. Oggi ci ha lasciato Nino Benvenuti seguendo i grandi che lo hanno preceduto. Aveva 87 anni ed era amico di Pietro Besi il popolare Zillone. Benvenuti è sempre stato il mio idolo e lessi tutto di un fiato il libro che scrisse “Il mondo in un pugno” del 2001 con la prefazione di Gianni Minà. Conservo la foto di Nino e il suo autografo come quasi una reliquia. Oggi ci ha lasciato per riabbracciare Griffith, Mazzinghi, Monzon. E’ stato e sarà sempre un grande. Ha vinto le Olimpiadi e dopo Primo Carnera trionfò negli States la notte, per noi italiani, tra il 17 e 18 aprile 1967 conquistando il titolo mondiale dei pesi Medi. Di lui ricorderemo sempre la grande stima che ebbe per Duilio Loi che quando se ne andò nel 2008, fu definito da Benvenuti “Duilio Loi è stato non un maestro, ma il maestro”. Oggi Nino Benvenuti si unisce a lui e ai grandi della boxe, da Marvin Hagler, a Joe Frazier, Foreman, Marciano, Carnera, Sugar Robinson, Joe Louis, Muhammad Alì. Forse apriranno una palestra e allora ci sarà da divertirsi di nuovo!!!

Mazzinghi e Antognoni

“Ho fatto bene, nel momento in cui si decideva la mia carriera, a scegliere Firenze, dove sono rimasto 16 anni e in un’epoca dove ancora c’erano le figure rappresentative  delle squadre sono diventato bandiera e capitano della compagine viola. A Firenze la gente mi vuole bene: mi incontra, mi riconosce (anche i giovani!), mi saluta e mi chiede ancora dei pareri sul calcio”.



70 anni e non dimostrarli, con quella faccia da eterno bambino, impreziosita dalla fossetta sul mento. Giancarlo Antognoni si è dichiarato veramente felice l’altra sera a Ponedera di  ricevere il premio “Mazzinghi”, giunto alla sua terza edizione. Proprio il grande pugile, scomparso quattro anni fa, e  che ha lasciato un ricordo indelebile delle sue immense gesta sportive, che un giovane Antognoni conobbe quando Sandro, assieme all’altrettanto noto fratello Guido, tifosi della Fiorentina, andavano al Comunale a vedere la viola. Il mitico teatro era nella cittadina toscana che diede proprio i natali a Mazzinghi straboccava di gente, risultando piena per il doppio della sua capienza e con molte persone rimaste fuori che pur sapendo che l’ingresso era libero si sono dette “disposte a pagare il biglietto pur di esserci”. Sono state parzialmente accontentate con l’audio di quanto avvenuto all’interno diffuso all’esterno.  E gli applausi scroscianti ad omaggiare in più occasioni il grande calciatore sembravano più boati da Curva Fiesole come quando entrava in campo alla testa dei suoi compagni di squadra.Quanto è amato ancora Antognoni! L’evento che ha avuto grandi protagonisti i figli del pugile, David e Simone e l’amministrazione comunale locale, ha visto schierata in prima fila la giuria che sceglie anno dopo anno i premiati, con il cittadino onorario di Sansepolcro, Ugo Russo, che ha presentato alcuni momenti molto toccanti della serata (anche i ricordi di Paolo Rossi e Totò Schillaci, a un mese esatto dalla sua prematura scomparsa, con la proiezione sul maxischermo di tutti i gol segnati dall’assoluto protagonista di Italia ’90) e ha fatto un’intervista a tutto tondo a Giancarlo Antognoni la cui presenza  è stata da lui fortemente voluta, assieme a Riccardo Minuti, Dario Torromeo, Riccardo Signori (anche gli ultimi due noti giornalisti) e, ribadiamo, i figli del campione cui è intitolato il premio. Tra l’altro, rispondendo a Russo, l’ex capitano della Fiorentina ha detto: “Ho segnato sette gol in nazionale ma molti mi vorrebbero accreditare pure quello con il Brasile al mondiale vinto nel 1982. Tu stesso mi dici che a distanza di 42 anni più lo rivediamo e meno capiamo perché fu annullato. Ecco, ci fosse stato allora il Var avremmo vinto 4-2”. Con la maglia della nazionale azzurra non sarebbe stato il gol più bello (i due con Portogallo e Grecia furono due autentici gioielli) ma sicuramente il più importante. Da piccolo Antognoni aveva un idolo, Gianni Rivera, e molto ha preso dal “golden boy”: quel giocare sempre a testa alta, quel prevedere un attimo prima degli altri dove sarebbe finita la sfera, quella maestria nelle giocate senza buttare mai via un pallone, oltre ad essere dotato di una micidiale castagna che gli faceva fare gol soprattutto con tiri da fuori area. “Eppure le reti che ricordo con più piacere sono le tre che segnai di testa; quella non era proprio la mia specialità e poi dopo l’infortunio contro il Genoa evitai appositamente di colpire la palla con quella parte del corpo”. Si ritagliò ben 73 presenze con la casacca azzurra pur in un periodo di piedi buoni e raffinati, specialmente nel suo ruolo: “C’era una gran concorrenza, era un periodo in cui nascevano tanti campioni. A volte mi trovavo a giocare solo io della Fiorentina assieme a tutti calciatori di Juventus e Torino”.
Da qualche mese Antognoni è capodelegazione della nazionale Under 21. Doverosa la domanda sui nostri giovani: “Ci sono buone potenzialità ma gli allenatori di club devono avere il coraggio di schierarli. Perché arrivati ad una certa soglia di età se ne vanno magari all’estero e rischiamo di perderli”. Restando all’attuale concorda che nel nostro massimo campionato di quest’anno non ci sarà, come nei tempi recenti, una squadra che staccherà nettamente la seconda e le altre: “Ci sarà grande equilibrio; come rosa probabilmente l’Inter continua a farsi preferire ma gli impegni europei la potrebbero condizionare; sono molto curioso di capire se il Napoli sarà in grado di arrivare fino in fondo, con questo Conte capace di trasformare in positivo le squadre che allena”. Giancarlo ha dovuto pagare un pesante dazio per gravissimi infortuni in carriera: nel1981 lo scontro con il portiere Martina che, colpendolo alla testa, lo lasciò esanime a terra e solo il pronto intervento dei sanitari della Fiorentina riuscì a salvargli la vita; e la doppia frattura scomposta di tibia e perone nel 1984 che lo tenne lontano dai campi da gioco per 21 mesi; ancora, l’infortunio in semifinale, sempre al mondiale del 1982 che gli impedì di giocare la finale contro la Germania. Nella motivazione del premio sono emerse tutta la sua grande classe, certo, ma anche le peculiarità che gli hanno permesso di superare i momenti difficili e che molto lo hanno accostato ad Alessandro Mazzinghi: la forza, il coraggio, la determinazione. In più, nell’occasione per coloro che ancora non lo conoscevano nel privato, Antognoni ha messo in risalto due qualità che non possono che rafforzarne la figura di grande persona, oltre che di predestinato del calcio: la disponibilità e la simpatia.

Ugo Russo sempre al lavoro

Sempre al lavoro Ugo Russo, giornalista Rai e Presidente Onorario del ViviAltotevre Sansepolcro. Si trova infatti impegnato a realizzare giovedì prossimo a Roma un incontro che lo vede come Vicepresidente della regione Lazio dell’Ansmes, associazione nazionale stelle al merito sportivo del Coni. Una iniziativa che avrà come tema “L’inclusione nello sport”. Allo scopo Ugo Russo porterà Giorgio Minisini, il più grande nuotatore artistico italiano di sempre e Arianna Sacripante, campionessa down. Venerdì 18 ottobre Ugo Russo sarà a Pontedera, sempre per il Premio nazionale Sandro Mazzinghi, che giunge quest’anno alla sua terza edizione; come facente parte della giuria che assegna il riconoscimento e come presentatore della serata, Ugo Russo porterà, tra l’altro, Giancarlo Antognoni che proprio quest’anno festeggia i 70 anni. Sarà anche l’occasione in cui il noto giornalista radiofonico parlerà con il capitano viola non solo di calcio, ma soprattutto di Mazzinghi, che ha conosciuto, e di due altre meravigliose figure: Paolo Rossi e Totò Schillaci, che se ne sono andati entrambi prematuramente e che Antognoni ha conosciuto molto bene. Ricordi toccanti e, tra l’altro, il 18 ottobre sarà un mese esatto dalla scomparsa di Totò e per lui ci sarà un minuto di raccoglimento e un grande applauso della platea.

Usyk nuovo campione dei Massimi

Da “Oa Sport” articolo di Federico Militello.
“Il match più atteso del Nuovo Millennio non ha deluso le aspettative. A Riyadh (Arabia Saudita) è andato in scena uno spettacolo sublime tra Oleksandr Usyk e Tyson Fury: dopo 25 anni erano in palio tutte le cinture mondiali dei pesi massimi, (l’ultima unificazione risale a Lennox Lewis 1999 ndr) Ad imporsi, con decisione non unanime, è stato l’ucraino, già campione olimpico a Londra 2012 (sconfisse in finale il nostro Clemente Russo) ed iridato in tutte le categorie anche tra i pesi cruiser.
Dopo un buon avvio nelle prime due riprese da parte di Usyk, Fury era sembrato prendere decisamente il sopravvento grazie ad un maggior allungo e, soprattutto, alla potenza devastante dei colpi, in particolare il montante destro al corpo. La svolta nel corso dell’ottavo round: qui l’ucraino piazzava uno straordinario gancio sinistro in pieno volto, che provocava una copiosa perdita di sangue dal naso del britannico. Da quel momento in poi l’inerzia dell’incontro girava completamente. Nel corso della nona frazione Usyk sfiorava la vittoria per KO, tempestando di colpi l’avversario, portandolo barcollante alle corde, prima del conteggio da parte dell’arbitro e della successiva campana a salvarlo. Nel complesso, dall’ottava frazione in poi, Usyk è stato padrone del ring: tanto gli è bastato per ribaltare l’esito della contesa.”
La rivincita ci sarà, secondo contratto, il 12 ottobre 2024

Addio Pietro

Il nostro Pietro Besi non ce l’ha fatta, il mitico Zillone ci ha lasciato questa notte. Il 31 luglio del 2024 avrebbe compiuto 84 anni. L’ho rivisto pochi giorni fa, quando a Sansepolcro si festeggiavano i 45 anni dalla promozione in C2 e lui aveva inviato i suoi auguri a quella squadra unica a portare la città tra i professionisti. Pietro Besi era famoso perché aveva fatto da sparring partner a Cassius Clay (poi Mohamed Alì) alle Olimpiadi di Roma del 1960, dove Pietro era nella Nazionale Italiana riserva di De Piccoli, per la sua amicizia con il campione del Mondo, Nino Benvenuti.
E’ stato campione italiano militare, indossava le scarpe appartenute a Primo Carnera. Aveva come procuratore Ballarati ed ha partecipato anche ad un film:” Un uomo facile” con Maurizio Arena, Giovanni Ralli e Tiberio Mitri nel 1959. Ci ha lasciato una persona superpremiata, amata e stimata da tutti. Un Grande con la G maiuscola se ne va da Sansepolcro ma il suo ricordo sarà indelebile. Grazie Pietro per tutto quello che hai fatto. Alla sua compagna di una vita la signora Silvana, le nostre condoglianze. I funerali si svolgeranno lunedì 15 aprile nella Cattedrale di Sansepolcro.

Nella foto sotto con Brito, guanto d’Oro 2019 e con Nicchi, per gli 80 anni di Pietro.