Per la prima esperienza in un torneo nazionale dei ragazzi della Dukes di coach Paolo Biggio è stato scelto il 2° torneo nazionale esordienti che si è svolto a Torino.
Casini Lorenzo, Cestelli Francesco, Ferrari Michele, Gallorini Andrea, Gennaioli Francesco, Lacrimini Francesco, Marcelli Alessandro, Piccini Filippo, Staka Artur, Tricca Guglielmo questi i 10 piccoli atleti che si sono cimentati nell’avventura.
Prima giornata, dopo il lungo viaggio in treno catapultati sul parquet del Palacascina di Chieri di fronte ai pari età del Pnc Basket Pallacanestro Nole Ciriè, i bianconeri della Dukes vincono meritatamente dopo un avvio in sordina.
La seconda partita è ben più ostica contro la squadra più forte della competizione, l’Olympia Basket 2000, che poi vincerà il torneo. La differenza atletica è notevole e la stanchezza si fa sentire e alla fine il Casale meritatamente guadagna il match ma i ragazzi di coach Biggio escono a testa alta.
La seconda giornata si gioca contro Bea Leopardi con la Dukes che si arrende solo al suono della sirena. Per la seconda partita contro Asd Basket Cairo, nonostante l’evidente stanchezza la Dukes porta a casa il risultato con un bel margine, guadagnando la possibilità di giocare la finalina per il 5° posto al Pala Einaudi di Moncalieri contro un’altra squadra di Genova, il Basket Pegli che riesce a strappare la 5^ piazza alla Dukes.
La cerimonia di premiazione riserva qualche soddisfazione nelle fila di Sansepolcro, gli allenatori delle 10 squadre partecipanti devono votare, infatti, i migliori 5 giocatori del torneo per creare la squadra ideale della competizione. Il primo dei best 5 è il numero 63 del Sansepolcro Artur Staka! Complimenti Artur. Al tirar delle somme è stata un’esperienza importante e un ringraziamento, va da parte della Dukes Sansepolcro, alle famiglie del Bea Leopardi per l’ospitalità offerta e per il trattamento riservato ai piccoli atleti biturgensi.
Al di là del risultato sportivo, un sesto posto che non è certo da disprezzare, i ragazzi hanno dimostrato carattere, grinta e cuore e perché no un po’ di sana incoscienza, con i malati e gli infortunati che hanno voluto esserci per giocare e per incitare i compagni.