I saluti e gli auguri di Ugo Russo a Pietro Besi – Zillone

“Apprendo, leggendo quanto pubblicato sul seguitissimo sito del mio caro amico Fabio Patti, che Pietro Besi, il nostro amato Zillone, è tornato sul ring per combattere probabilmente l’incontro più duro della sua vita. E noi, che abbiamo imparato a conoscere sì la sua forza sul quadrato, il suo coraggio, la sua passione, il suo dare sempre tutto per i suoi tantissimi tifosi, lo amiamo soprattutto per il suo lato umano, il suo sorriso rassicurante, la sua adorazione per il Borgo che tuttora è nei suoi pensieri più cari, e siamo tutti schierati al suo angolo in questa dura battaglia, desiderosi e certi che ce la farà anche stavolta. Nessuno ha portato la spugna da gettare, semmai siamo tutti pronti ad alzargli il braccio in segno di ennesima vittoria.
Forza Zillone, questa volta non ti è proprio permesso di perdere, sei una istituzione e non solo per la nostra bella città. Lo stesso Cassius Clay, che ricorda perfettamente quando gli facesti da sparring partner durante l’Olimpiade di Roma e che ti guarda da lassù, si augura proprio che non sia arrivato il momento di tornare a incrociare i guantoni con lui. Pure i citti del calcio, ai quali sei particolarmente affezionato, anche in un momento molto delicato della loro stagione, speriamo che possano trovare un pungolo ulteriore per mettercela tutta e regalarsi, regalarci e, in particolar modo, regalarti il sogno di rimanere in serie D. Personalmente, proprio in relazione alla squadra di calcio, ricordo le belle e sentite parole che mi hai rivolto quando mi fu data la Presidenza onoraria della società bianconera, così come quando durante la Clessidra venni insignito e gratificato della Cittadinanza onoraria della nostra meravigliosa Sansepolcro. E come dimenticare un altro momento bellissimo: l’abbraccio alla festa dello sport di un anno e mezzo fa nel palazzetto biturgense, quando ebbi l’immenso piacere di premiarti. Zillone, non scherziamo, nella tua vita hai scavalcato le montagne, davanti a te ce n’è un’altra più impervia, più alta, più infida ma al dieci quello che dovrà rimanere in piedi dovrai essere tu. Lo vuole una città, lo vogliono i tuoi tantissimi tifosi, lo vogliono tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti. “

Un caro saluto a Zillone.

Michele Foni ha scritto quasi tutto, io ho aggiunto alcune righe. Pietro Besi, da tutti conosciuto come Zillone non sta bene, si trova dopo una serie di visite e ricoveri in ospedale, nella sua abitazione, ma ha bisogno dell’augurio di tutti noi. E’ stato uno degli artefici della boxe a Sansepolcro, un personaggio amato e conosciuto da tutti Nato il 31 Luglio del 1940 a Porta Romana, a Sansepolcro, in Via della Stufa, Pietro è un campione che ha raggiunto tanti primi posti in graduatorie dello sport in Italia e all’estero ma, non ultimo, si è conquistato un posto nell’immaginario collettivo di noi borghesi come un’autentica gloria; memorabile come sparring partner di Cassius Clay, allora alle Olimpiadi di Roma aveva questo nome, amico del Campione del Mondo Nino Benvenuti, Pietro, pugile dei pesi massimi professionista fra il 1964 e il 1973, che ha vinto una trentina degli oltre 40 incontri disputati, non si tira in dietro. Non è un caso che tutte le volte che ha organizzato cene, ritrovi e celebrazioni per i suoi compleanni è sempre stato raggiunto anche da noti campioni di grande fama tuttora in carriera. Al Borgo è amato da tutti e ricordato soprattutto per la sua umanità e bontà. La battaglia che sta affrontando oggi è davvero grossa e sembra quasi insormontabile. Intanto dimostra di volerla affrontare con la determinazione, la capacità, che ha avuto sempre e dimostra anche l’intelligenza di non nascondersi poiché lui è sempre stato pronto ad affrontare anche le più brutte bestie. In effetti i pugili che si è trovato ad affrontare negli anni erano degli autentici bestioni (questo termine appartenente al suo vocabolario) e se è vero che qualche volta ne ha buscate e anche vero che diverse battaglie le ha vinte. Io gli faccio gli auguri fiducioso che ce la possa fare, convinto come sono che Pietro ha ancora qualcosa da scrivere e da raccontare. Tra i suoi aneddoti memorabile quello di Montepulciano dove diversi lo aspettavano fuori dallo stadio calcistico e lui, imperterrito disse:” Telefonate a casa perchè questa sera non sarete a cena”….Nessuno si presentò a quell’appuntamento, nonostante lui fosse li pronto a convincerli, con le buone, che aveva ragione.

Nella foto sotto: Zillone, Brito, Nicchi

“Zillone”, il pugile Pietro Besi, si è recentemente operato, ma tutto è ok.

Non era al top e Pietro Besi, pluricampione pugilistico. si è sopposto, infatti, ad un intervento chirurgico nell’Ospedale di Sansepolcro dove è stato assistito nel migliore dei modi. Ad 83 anni il mitico “Zillone” ha ricevuto tutte le cure del caso ed è stato operato dal primario dell’Ospedale biturgense, dottor Enrico Andolfi, 53 anni, coadiuvato dai chirurghi Mario Pepe e Lucia Barni, ai linfonodi delle gambe, dopo avere avuto l’assistenza necessaria nel reparto di Medicina, sempre dell’Ospedale di Sansepolcro, dal primario Roberta Mastriforti e dai medici Giuliana Peruzzi e Chiara Giulietti, ricevendo le cure necessarie dall’infermiera Paola Bigi, sempre molto attenta ai pazienti. L’intervento ai linfonodi della gamba è perfettamente riuscito e Pietro, dopo aver festeggiato il suo compleanno mei mesi scorsi, si avvia verso gli 84 in splendida forma. 
Questo lo deve unicamente ai dottori ed infermieri dell’Ospedale di Sansepolcro che, pur essendo in numero ristretto, non fanno mai mancare ai pazienti l’assistenza necessaria. E’ vero, Pietro Besi è un nome, ma seppur siano in numero esiguo l’assistenza medica ed infermieristica non manca  mai a tutti i ricoverati, in ogni reparto. Se fossero, di questo ne siamo certi, medici ed infermieri in numero superiore rispetto all’attuale, i ricoverati potrebbero essere molti di più e l’assistenza non mancherebbe di certo, anzi !!!! Dato che finalmente al nosocomio di vallata ci sono  professionisti che stanno rafforzando la pianta organica dei reparti di chirurgia e medicina.

Dopo Sansepolcro, successo a Pontedera per Mazzinghi

Ci eravamo lasciati con la presentazione dell’evento a Pontedera su Alessandro Mazzinghi, per tutti Sandro, il grande pugile italiano due volte campione del mondo dei superwelter che proprio nella cittadina toscana ebbe i natali ed è scomparso nel 2020, a 81 anni. Dopo Sansepolcro che nel mese di agosto gli ha dedicato un appuntamento, ecco la tre giorni di Pontedera. Ebbene il successo è stato chiaro ancora oltre le più rosee aspettative, segno di quanto questo straordinario campione, di sport e di vita, sia ancora vivo nella memoria di quanti lo hanno conosciuto e soprattutto dei milioni di appassionati del ring che lo hanno seguito ed amato; tra i componenti della commissione, Minuti, David Mazzinghi, Dario Torromeo e Ugo Russo, determinante, quest’ultimo, per la venuta di Marcello Lippi, vincitore della seconda edizione del Premio Mazzinghi; dallo stesso ex giocatore e allenatore di Viareggio, applauditissimo e, lo ricordiamo, per ora l’ultimo tecnico della nazionale italiana ad aver alzato la Coppa del mondo; dai campioni del mondo di boxe Patrizio Oliva e Francesco Damiani.
Un pubblico entusiasta che ha riempito in ogni ordine di posti il teatro Era, (che ha ospitato le due manifestazioni: la commedia e la consegna dei premi) ed è accorso numeroso quando sono stati scoperti la targa per la toponomastica con il nome Piazza Alessandro Mazzinghi e, sul posto, il cartellone con una delle più belle foto del campione, corredata da una breve biografia. Insomma, in quelle 72 ore si percepiva che ogni metro, ogni angolo di Pontedera trasudasse commozione, con una voce che si alzava sempre più forte e gridava: “Grazie Sandro per tutto quello che hai fatto ed ora e per sempre sarai assieme a noi”. Alla intitolazione della piazza erano presenti pure alcuni bambini delle scuole elementari ai quali, nel suo discorso, Ugo Russo ha voluto rivolgersi: “Leggete la vita di Sandro Mazzinghi, che sul ring ha mostrato tutte le qualità che appassionano i tifosi: determinazione, forza, coraggio, generosità, ma è stato soprattutto dal lato umano un fulgido esempio da seguire, quando ha sempre saputo risollevarsi dalle tante avversità che la vita gli ha messo di fronte”. La sera di venerdì la rappresentazione “Il Ciclone di Pontedera – Anche i pugili piangono” approntata, prendendo spunto dal suo libro, diretta e presentata da Dario Torromeo. E poi la serata finale con premiati Marcello Lippi e il locale Club Scherma Valdera.
Il tecnico che ha mietuto successi e riconoscimenti a non finire ha detto, tra l’altro: “Sono onorato di aver ricevuto questo premio. Ogni riconoscimento è importante laddove si configura al personaggio di cui porta il nome. Ho conosciuto Sandro Mazzinghi, un grande uomo e un combattente come me”.
Il tutto si è chiuso con la promessa del sindaco Franconi: “Spero di portare il prossimo anno a Pontedera i campionati italiani di pugilato”. E Sandro, da lassù, sorride.

Ugo Russo a Pontedera per Mazzinghi

E dopo quasi mezzo secolo, Ugo Russo, da noi intervistato, torna a esibirsi in teatro nell’importante lavoro sulla vita del pugile, assieme ad altri grandi nomi dello sport

Non tutti sanno che…..
Dopo il triennio 1969-71 con il Csr e i numerosi matinée al teatro “Orione”, organizzati dal barone Cini, Ugo Russo rappresentò in teatro per 25 repliche nel 1976, da protagonista assieme a Angie Vibeker, “Ma che sera pazza questa sera” piena, tra l’altro, delle sue riuscitissime imitazioni. Da lì in poi, e parallelamente anche prima, la frequentazione di moltissimi palcoscenici italiani e non solo, ma per
proporre le sue canzoni e le parodie dei suoi personaggi in spettacoli musicali veri e propri. Oltre, ovviamente, ad essere diventato e rimanere tuttora uno dei giornalisti più apprezzati.
Allora, Ugo, cos’è questa novità? “Dopo 48 anni torno a fare teatro proprio per un evento fondamentale che riguarda un grandissimo campione della nostra boxe, pugile in grado di elargire insegnamenti di sport e di vita, lui che davanti a tragedie e enormi difficoltà in cui la vita stessa lo ha messo di fronte ha sempre saputo rialzarsi con onore, dignità e successo. Sandro Mazzinghi è stato mio amico fraterno e purtroppo non c’è più da qualche tempo, Per fortuna il suo ricordo viene costantemente rinnovato nel rapporto che c’è con la sua famiglia. Dal 5 all’8 di ottobre a Pontedera il locale Teatro Era vedrà sia la messa in scena della commedia di Dario Torromeo “Il Ciclone di Pontedera-Anche i pugili piangono”, sia la premiazione del 2° Premio nazionale “Alessandro Mazzinghi” che quest’anno verrà assegnato a Marcello Lippi, consigliato e portato da me, mentre il premio dell’Amministrazione comunale, dedicato a una realtà sportiva del luogo, che si è particolarmente distinta, andrà alla società Club Scherma Valdera, per i successi e i risultati ottenuti e per la partecipazione al progetto SchermAbilità.
Chi ci sarà con te ne’ “Il Ciclone di Pontedera”? 
“Oltre al giornalista Dario Torromeo, una vita come firma del Corriere dello sport per il pugilato e apprezzato scrittore, che ha composto il lavoro e lo presenterà, Patrizio Oliva, Francesco Damiani, Mauro Parrinello, gli attori Chiara Argelli e Giuseppe Ippoliti; ad assistere in prima fila, ovviamente, ci sarà la famiglia Mazzinghi con la moglie Marisa ed i figli David e Simone”.
Il tuo ruolo? 
“Intanto racconterò i momenti sportivi e umani che mi hanno legato al grande pugile, tanti aneddoti di vita, l’amicizia presto sbocciata e che è durata tante decine di anni; inoltre commenterò i suoi matches più importanti, in particolare farò la radiocronaca di spezzoni dei suoi incontri che lo hanno portato ai titoli mondiali conquistati”.
Questa rinnovata esperienza in teatro avrà un seguito? 
“Si stanno già raccogliendo altre date –conclude Ugo Russo- e si spera di fare un numero di rappresentazioni che possano omaggiare al meglio la figura di un grande campione che ha dato il massimo lustro allo sport italiano nel mondo; in più, e voglio ribadirlo, è stato un costante esempio per il suo modo splendido di vivere, pur tra mille avversità. Voglio ancora ricordare che nella circostanza dei primi di ottobre la sua città, Pontedera, gli intitolerà una piazza”. Si tratta del largo che si trova nella parte finale di via Gioacchino Rossini, adiacente a Piazza del Teatro. Lì, oltre alla targa per la toponomastica, sarà collocato anche un pannello biografico dedicato a Mazzinghi”.
A tre anni dalla morte del campione la sua città gli conferisce un tangibile segno di riconoscenza. Lui, che è stato il più importante personaggio pontederese espresso dalla storia.


Ricordo di Mazzinghi

Dopo che nel mese di agosto, la città di Sansepolcro ha reso omaggio a Sandro Mazzinghi, invitando anche Pietro Besi, peso massimo della città biturgense, che con Sandro era in nazionale italiana ad Orvieto (vedi foto), la sua città natale, Pontedera, si appresta a celebrarlo. Quasi tutto pronto in terra pisana per una due giorni di notevole importanza interamente dedicata a Sandro Mazzinghi, il grande campione della nostra boxe che proprio in questa cittadina era nato ed ha vissuto fino alla fine dei suoi giorni. Il 6 ottobre ci sarà prima l’intitolazione di una piazza che porterà il suo nome e poi la sera, in teatro, la rappresentazione sulla vita del campione con grandi nomi dello sport italiano. Il giorno dopo, poi, la seconda edizione del premio “Alessandro Mazzinghi” e la consegna della prestigiosa scultura all’ultimo commissario tecnico che ha portato l’Italia del calcio ad alzare la Coppa del mondo: Marcello Lippi. Lo ha scelto la Commissione del premio, formata da Riccardo Minuti, Ugo Russo, Dario Torromeo e David Mazzinghi, il figlio maggiore di Sandro.
A proposito del cittadino onorario di Sansepolcro, Ugo Russo, lo abbiamo sentito come parte integrante dell’evento, anche perché deve raccontarci una cosa importante che lo riguarda.
“Il primo impatto, ci dice, con i palcoscenici che mi potessero far respirare aria di commedia o, comunque, di lavoro teatrale, fu per me assolutamente regale: quello dei due locali che tra il 1960 e il 1970 erano i più conosciuti di Roma. Sto parlando del Piper e del Gattopardo, che non accoglievano soltanto cantanti e gruppi di grido ma anche musical, rappresentazioni e recite di grande effetto. E questo perché avevo avuto la fortuna di entrare a far parte del Csr (Centro studentesco romano) e si facevano davvero cose egregie; tra l’altro, da lì uscirono fuori nomi che sarebbero diventati molto conosciuti nel panorama dello spettacolo italiano”.

Pietro Besi ospite

Il peso massimo, 83 anni, Pietro Besi, il mitico Zillone sarà ospite d’onore  domenica 27 agosto alle 21 al Teatro alla Misericordia di Sansepolcro per lo spettacolo “L’uomo senza paura” dedicato a Sandro Mazzinghi.

Nella splendida foto di Orvieto, di 62 anni fa, la Nazionale italiana per i campionati europei di Belgrado. Pietro Besi e Sandro Mazzinghi insieme

Zillone è in gran forma

Ha compiuto da poco 83 anni, Pietro Besi, per tutti Zillone. E’ un punto di riferimento per i giovani che si accingono a praticare uno sport. Pugile anni 60-70, è sempre negli occhi di un’intera vallata, è stato un bravo peso massimo, ha combattuto, non per il titolo, con il Campione del mondo Floyd Patterson, ha allenato anche il mitico Cassius Clay, poi Muhammad Alì, durante le Olimpiadi di Roma del 1960, è stato lo sparring partener del campione del mondo dei pesi medi Nino Benvenuti, ha combattuto al Madison Square Garden di New York, tempio mondiale della boxe, ed oggi è ancora un gran bel personaggio che ha brillantemente superato un’operazione all’Ospedale San Donato di Arezzo eseguita dal dottor Francesco Liistro. Tra gli assistenti del dottor Liistro Silvia Innocenti, figlia del pugile, peso gallo, Franco Innocenti scomparso due anni fa. Ed ora, in questo periodo di guarigione, la gradita visita a Sansepolcro di Santi Nicchi, amico fraterno di Pietro Besi in arte Zillone.

Buon Compleanno

Domani, 31 luglio, compie 83 anni, Pietro Besi, per tutti Zillone. E’ un punto di riferimento costante per i giovani che si accingono a praticare uno sport. Pugile negli anni 60-70, è sempre negli occhi di un’intera vallata; è stato un bravo peso massimo, ha combattuto, non per il titolo, con il Campione del mondo Floyd Patterson, ha allenato anche il mitico Cassius Clay, poi diventato Muhammad Alì, durante le Olimpiadi di Roma del 1960 ed è stato lo sparring partener del campione del mondo dei pesi medi Nino Benvenuti. Pietro Besi ha combattuto al Madison Square Garden di New York, tempio mondiale della boxe, ed oggi è ancora un gran bel personaggio con i suoi 83 anni.  Martedì entrerà all’Ospedale San Donato di Arezzo e tra mercoledì e giovedì sarà operato per un problema alle gambe, un problema che è di tutti i giorni per il dottor Francesco Liistro, che lo ha già operato e che interverrà sul campione al San Donato di Arezzo. L’equipe dell’interventistica cardiovascolare diretta dal dottor Francesco Liistro opererà, infatti, Pietro.

Ma il 31 luglio sarà il suo compleanno. Dovrà stare digiuno per l’intervento, ma personaggi illustri sono nati in questo giorno: da Neri Marcorè a Primo levi, ad Antonio Conte, Franca Valeri, o Geraldine Chaplin. Pietro Besi, per tutti Zillone, domani spengerà 83 candeline.

Per gli 80 anni di Pietro, alle Piscine Pincardini c’erano circa un centinaio di ospiti  tra cui quel pugile che Pietro definisce un autentico talento, Davide Brito, miglior pugile emergente d’Italia e Guanto d’oro 2019. Per Pietro Besi, originario di Porta Romana, in Via della Stufa, a Sansepolcro, arrivando anche ad interpretare il film “Un uomo facile”, gli auguri della sua città.

Alessandro Riguccini e i pesi Welter

Occupa adesso, a 34 anni, la ottantesima posizione mondiale secondo le classifiche di Boxe Rec nei pesi welter. Alessandro Riguccini, il pugile di Sansepolcro, che è il numero uno della categoria in Italia, ha ottenuto 27 vittorie su 27 incontri, quasi tutti vinti per ko, ma nella classifica specializzata di Boxe Rec è 80°. Qui sotto quando Riguccini era campione mondiale Silver WBC


Al primo posto, sempre nei welter, c’è l’americano Terrence Crawford, al secondo l’altro americano, Errol Spence Junior, al terzo il cubano Ugas, residente a Miami in Florida sempre secondo Boxe Rec.

Riguccini per la Wbc, la sigla per cui combatte, non è tra i primi 40. Certo vincere 27 incontri su 27 non è da poco, anzi, ma cosa deve fare di più? Forse cercare avversari più impegnativi?  Questa la classifica WBC pesi Welter: