Tornare in Eccellenza Umbra, per una squadra come Città di Castello, nata per tentare la scalata verso la C ed invece retrocedere, è stata dura. Il presidente Paolo Cangi ha smaltito i lati negativi e annuncia che “La Società riparte convinta: certo ferita per quanto avvenuto, ma col giusto entusiasmo e voglia di far bene. Entro la prossima settimana sarà definito l’organigramma tecnico, che renderemo noto perché la città, i tifosi hanno bisogno di fatti, e certezze. E noi intendiamo darle, senza riserve”. C’è sempre Piero Mancini ?
“Sicuro, ci è vicino con i suoi preziosi consigli, figli di un’esperienza e di una saggezza calcistica che non possono essere messi in discussione. E’ il primo sostenitore della causa Città di Castello, e siamo felici sia con noi”. Ma come è potuto accadere che il Città di Castello sia retrocesso?
“Intanto mi assumo per intero la responsabilità del fallimento sportivo: eravamo partiti ottimamente, poi da dicembre son venuti meno certi equilibri. E io, forse distratto dall’obiettivo di mettere a posto i conti (raggiunto: al 30 giugno saremo del tutto ‘puliti’ rispetto al pregresso, e consolidati), non mi sono accorto per tempo che la china intrapresa ci avrebbe condotto all’inferno. Poi potremmo dire tante cose : gli innumerevoli infortuni che ci hanno falcidiato, il d.s. Vagaggini che sul più bello ci ha lasciato per motivi personali e di salute. Ma sarebbero scuse, in fondo: abbiamo, ho sbagliato, ne paghiamo le conseguenze senza fiatare”.
A proposito, c’è possibilità di ripescaggio?
“Difficile secondo me, ma se sussisteranno le condizioni non ci tireremo certo indietro”
Delusione smaltita ?
“Necessario sia così: non abbiamo tempo, né voglia, di piangerci addosso, dato che va superato in tempi rapidi l’imprevisto intoppo lungo il nostro percorso: con la meta finale sempre all’orizzonte, di portare questa città nel calcio che conta. Come merita”. 