E’ stato un punto di riferimento, e lo è ancora, per i tanti giovani che si accingono a praticare uno sport e su di lui è stato scritto anche un libro, la “Leggenda di Zillone”di Monia Mariani. Sì perché Pietro Besi, pugile anni ‘60-‘70, è sempre negli occhi di un’intera vallata per l’amore che nutre per ogni sport.
Pietro Besi, per tutti è “Zillone”, ma soprattutto per tutti è stato un ottimo peso massimo, un pugile che negli anni sessanta si è fatto…sentire, ma che oltre ad essere stato un boxer arrivato a combattere, non per il titolo, ma per un match a Stoccolma, con il campione del mondo Floyd Patterson, ma ad allenare anche il mitico Cassius Clay, poi diventato Muhammad Alì, durante le Olimpiadi di Roma del 1960 facendo, Pietro, parte della nazionale italiana, o ad essere lo sparring partner del campione del mondo dei pesi medi Nino Benvenuti, ed avere combattuto anche al Madison Square Garden di New York, tempio mondiale della boxe, è da sempre un appassionato di ogni sport e tra i preferiti c’è naturalmente il calcio; oltre essere tifoso juventino, segue sin da quando era un ragazzo, le gesta del Sansepolcro ed ora, alla soglia dei 78 anni, ama parlare dei suoi bianconeri, quelli biturgensi per intenderci.
“Non sono molto contento, ci dice, come penso non lo siano gli sportivi che seguono questo Sansepolcro. Non sono contento perché a mio parere la squadra c’è, il tecnico, seppur giovane, Tardioli, sta facendo il suo dovere. Quello che non riesco a spiegarmi è perché quando vanno in campo fanno queste…..figuracce, vedi a San Giovanni Valdarno. Stimo Tardioli, inoltre, per la sua sincerità. Non ha infatti avuto problemi a dire che la squadra se continuerà così….”
A proposito, facciamo i veggenti, si salverà questo Sansepolcro che in 24 partite ha ottenuto 22 punti e nelle restanti 14 deve farne ancora 22 ?
“Per me sì, ci dice Pietro, gli uomini ci sono, lo staff tecnico pure, dobbiamo rimboccarci le maniche e vincere già dalla sfida con il Villabiagio”.
Le prerogative ci sono tutte, le caratteristiche pure, ma non c’è lo stadio.
“Peccato veramente non poter giocare al Buitoni. Facendo un raffronto, evidenzia Pietro, era come quando io combattevo a Sansepolcro oppure ad Arezzo, dove avevo tanti sostenitori ugualmente, ma essere al borgo era un’altra cosa. Il pubblico ti dava la spinta e la carica giusta. Così nel calcio. Sono convinto che se fossimo stati nel nostro stadio Buitoni avremmo qualche punto in più”.
E poi ci sono i tanti giovani che potrebbero portare, salvezza permettendo, di nuovo a vincere la speciale graduatoria e i 25.000 euro in palio.
“La Juniores del Sansepolcro mi piace da morire, evidenzia “Zillone”, ha un tecnico che io reputo tra i più preparati, intendo parlare di Maurizio Falcinelli, ed anche quest’anno è in lotta per arrivare ai playoff”.